L'Ingranaggio e la Rete
di Ennio Martignago
n. 0.1 Febbraio 1997
Editoriale
Attraversati dalla sensazione sempre più acuta della fine del modello di sviluppo occidentale, restiamo annichiliti dalle parole che si sprecano attorno al futuro. Senza una grande chiarezza rispetto agli obiettivi e alle prospettive di organizzazione sociale di questa fin du siècle cerchiamo disperatamente un deus ex machina che sciolga le incertezze e ci indichi la direzione. Siamo presi fra gli ingranaggi di una struttura coercitiva, una macchina stritolante, da un lato, e dissolti nel dominio relativistico delle connessioni, dei doppi legami e delle mutue dipendenze, dall'altro. Come noi, le organizzazioni stanno traversando il vallo che sta fra l'ingranaggio della macchina e la rete delle connessioni e delle comunicazioni; tra primario e terziario, fra impresa manifatturiera e impresa di servizi, tra clienti che fanno i fornitori e i fornitori che fanno i clienti, rassicurati dalla certezza di star seguendo l'ultimo grido della managerialità o del business.
Se capirci qualcosa è difficile per tutti, la questione diventa drammatica quando si tratta di dover scegliere. Come individuare gli indirizzi reali e quelli costruiti con il vapore (vaporware)?
Questo periodico elettronico vuole, non solo informare, ma mettere in discussione saggezze e luoghi comuni, assieme a vere o finte innovazioni del territorio al confine fra apprendimento e sviluppo delle organizzazioni. Vogliamo suscitare interrogativi e rimaniamo in attesa delle vostre repliche e considerazioni negli spazi dei nostri servizi (di Forume di Interventi). In questo numero portiamo l'attenzione su due questioni che saranno ricorrenti: le tendenze della multimedialità e le novità nel campo della teledidattica.
Multimedialità
Nell'inserto di Informatica de Il Sole 24 Ore del 10 gennaio, Mattia Losi annuncia una forte espansione del settore multimediale, trainato dalla crescita dello strumento ottico: il CD ROM. Egli evince questa tendenza dal volume di unità prodotte e distribuite. Oramai tutti i computer vengono venduti con il lettore per CD (con un incremento dal 7% del 94 al 28% dello scorso anno). Lo stesso fenomeno si avrebbe nel campo editoriale, passato ad un fatturato di 300 milioni. Sappiamo bene, inoltre, come la diminuzione di prezzo della tecnologia per masterizzare dischi ottici ne abbia favorito l'adozione in molte aziende per archiviare grandi volumi di dati e, in taluni casi, per la diffusione di materiale informativo audiovisivo.
Ma il multimediale non è solo il CD ROM. È anche Internet ed Intranet, ad esempio, dove all'utilizzo - spesso immotivato - di tecnologie multimediali ha come indicatori gli aumenti delle bollette telefoniche e una maggiore perdita di tempo per i collegamenti.
Non sono rare le aziende che hanno sposato il multimediale senza piani precisi di sviluppo, ma sulla scorta di aspettative miracolistiche suggerite dallo sviluppo tecnologico. Non sempre infatti le potenzialità tecnologiche trovano adeguati corrispettivi nei processi e nelle necessità reali delle persone e delle organizzazioni.
Si dovrebbe imparare da quanto avviene nel mercato, quello reale, dell'editoria elettronica e quindi dei CD ROM. Se ne sfornano - è vero - in gran quantità. Il più delle volte si tratta però di videogiochi. Anche le riviste di informatica sembrano avere difficoltà a vendere se non allegano alla copia cartacea un CD di programmi e documenti (soprattutto immagini o filmati). Resta il fatto che ben pochi di questi "CD-compresi-nel-prezzo" rappresentano veri e propri sforzi culturali. Il più delle volte sono solo degli enormi archivi di software trafugato dai soliti siti, mal digerito, oltre che privo di un'adeguata presentazione. Meno frequente è la riuscita economica di prodotti originali diversi dal videogioco. Pur venendo venduti a cifre superiori alle 90 mila lire per articolo, queste opere hanno difficoltà a restituire guadagni superiori ai costi, quasi sempre alti, della loro realizzazione. È così che a fronte di alcuni casi di successo, diverse imprese rivolte al multimediale hanno dovuto ricredersi e cessare le attività. Altri, come il First Information Group, hanno rinuciato alla produzione multimediale dopo sostanziosi investimenti (suffragati da illusori brevi successi); come pure hanno chiuso i reparti di produzione di CD ROM grandi nomi fra i quali Penguin HarperCollins e Marshall Cavedish. Il direttore Produzione e Nuovi Media di quest'ultima ha concluso in proposito che "Il mercato è troppo piccolo e il costo di produzione del lavoro nel clima attuale troppo elevato".
Il fatto è che un'enciclopedia cartacea è molto più comoda di una in CD ROM. Lo stesso vale per molti progetti multimediali nelle organizzazioni. Parlare di "multimedialità" nelle aziende è diventato di moda. Non sempre vi è tuttavia una piena consapevolezza del significato e soprattutto delle implicazioni di questo concetto inflazionato. Una cosa è infatti avere accesso a dati non strettamente testuali (ad esempio, la foto del dipendente a corredo dei suoi dati anagrafico-aziendali), un'altra è strutturare un sistema informatico per un'interattività basata su un interfaccia grafico e sonoro, in grado di interfacciare microfoni, telefoni, speaker, animazioni, filmati, videocamere... E soprattutto in grado di supportare l'utilizzatore con assistenti ludici gradevoli e funzionali. Se poi a questo aggiungiamo dei corsi in linea o dei sistemi per favorire l'apprendimento di qualità analoga a molti prodotti su CD, veniamo ad aver fare i conti con un investimento superiore al fatturato di una media impresa.
Soprattutto bisogna chiedersi se tutto questo sia veramente utile. Fra l'ideale e il reale c'è uno scarto spesso poco considerato. Facciamo degli esempi.
Ci sono oggi due modi di intendere la multimedialità:
Teledidattica
La Formazione a Distanza in SDA
Un grande l'impegno caratterizza gli ultimi programmi e progetti della SDA Bocconi nel campo delle nuove tecnologie applicate alla formazione. L'ultimo numero della sua newsletter, SDA Report ha per titolo proprio La multimedialità e la formazione del management. Il "volume di fuoco" tecnologico dispiegato si direbbe notevole, forte della collaborazione di IBM SEMEA. Il progetto, che ha come piatto forte l'integrazione fra l'Università e le aziende clienti per un piano di formazione manageriale continuativa a distanza (Turnaround Management), utilizza quasi tutti gli strumenti nati per questo tipo di approccio alla didattica. Si va dal Video on Demand basato sul sistema PLS di IBM, alle telesimulazioni interattive, dal catalogo on line ai corsi dedicati e su richiesta, dai pre e post-test con misurazione dinamica delle conoscenze ai contatti via email con i tutor, ai gruppi di lavoro supportati da computer (groupware, ai CBT e i video off line, all'accesso ai database, ai forum, ai sottotitoli con supporto multilingua... E non finisce qui.
L'indirizzo multimediale si esplica nella definizione di un certo numero di strumenti quali:
............le persone amano il progresso ma odiano il cambiamento. È probabile che l'adozione diffusa di nuove tecnologie nella didattica richieda sia una grande passione per l'innovazione sia una grande volontà di cambiare.
Conforta, a fronte di un tale rischio proprio dell'interpretazione, sapere che nello staff dell'Università Commerciale militano figure come la responsabile del catalogo Internet e New Media Marketing, Andreina Mandelli. È lei la curatrice di una mailing list dedicata alla discussione sui nuovi media, Media-future e di un sito, l'osservatorio di marketing Media & New Media Campus che in questo momento rappresenta uno dei più interessanti punti di riferimento del nostro paese sul tema della comunicazione e dell'apprendimento.
Dal molto ricco menu della home page, accanto a una sua newsletter e all'aggiornamento dei progetti di ricerca, in entrambi i casi rivolti soprattutto al marketing telematico, segnaliamo una pagina sulla Formazione a distanza una ricca Biblioteca Online, accanto a dei Papers, fra i quali spicca un'interessante relazione di risposta alla domanda: Apprendimento collaborativo globale: Interattività vuol dire comunità?
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Fra luci e ombre, Mandelli descrive la questione dell'utilizzo di strumenti telematici e di Internet per l'apprendimento collaborativo assistito telematicamente come uno spazio stimolante e ricco di opportunità, ma anche di limiti. Alcuni di questi insiti nell'integrazione delle tecnologie, altri nei prerequisiti dei committenti e/o degli utilizzatori. Per questi ultimi, in particolare, un problema rilevante è rappresentato dalla padronanza della lingua inglese. Ai responsabili organizzativi spetta interpretare il potenziale tecnologico in chiave di trasformazione del lavoro e sapere coniugare tutto ciò con gli obiettivi organizzativi. Agli insegnanti di strutturare in maniera il più possibile puntuale le interazioni individuali e di gruppo. Le comunità virtuali (e le imprese virtuali con esse) che prendono corpo con l'ausilio delle tecnologie remote sono sistemi deboli che, in assenza di motivazioni strategiche di supporto alla partecipazione, sfumano rapidamente di fronte all'emergenza del mondo reale. Per assumere la dignità di realtà necessitano insomma di essere socialmente fondate.
Prova
News:
Lotus e Diffusion stanno sviluppando un programma che utilizza la tecnologia push per potenziare la comunicazione interaziendale. Basandosi sul server Domino per Notes della Lotus, il programma IntraExpress di Diffusion diventa in grado di inviare materiali informativi aziendali utilizzando la posta elettronica, il WWW, fax, e altri servizi in rete, anche in presenza di sistemi desktop diversi. Questo sistema dovrebbe potenziare ulteriormente l'ambiente Notes e consentire notevoli personalizzazioni della comunicazione per gli utilizzatori e per i gestori di rete.
Nasce presso la British Columbia University un software per la gestione di siti Internet dedicato agli insegnanti. Questo potrebbe favorire lo sviluppo di classi virtuali con risorse accessibili e di facile manutenzione. Grazie a WebCT , gli insegnanti dovrebbero poter gestire pagine WWW, liste di discussione, chat con gli studenti (e fra insegnanti), esami e valutazioni in generale. A test ultimato (il programma è in uso da qualche tempo presso quest'università) il prodotto dovrebbe essere messo in commercio, consentendone la sperimentazione anche per programmi formativi extra-scolastici, come nel caso delle attività di formazione professionale.