Digizine n. 0.0.4 - Aprile 1997 di Ennio Martignago Consulta anche gli archivi di DIGiTALIA | INDICE | #.1.Editoriale | #.2. Novità di casa | #.3. Segnalazioni dalla rete | #.4. Ultima pagina
Digizine n. 0.0.4 - Aprile 1997
di Ennio Martignago
Consulta anche gli archivi di DIGiTALIA
| INDICE | #.1.Editoriale | #.2. Novità di casa | #.3. Segnalazioni dalla rete | #.4. Ultima pagina
Editoriale
Molte le novità di questo numero. Le più importanti le trovate nella rubrica Novità di casa e per questo non vi anticipo nulla. In generale con questa edizione facciamo un po' a meno della formula del trasferimento degli articoli via FTP che è stata complessivamente sottoutilizzata (ma se qualcuno avesse nostalgie si faccia vivo, perché qui si continua a crederci). Quanti conoscono meglio il sito di Sestante forse ricorderanno la rubrica da me curata, Bandierine, che ha riscontrato un certo interesse, ma che rischiava di soccombere sotto il peso di svariate priorità fra cui questa Ezine. Ho pertanto deciso di ibridare le due pagine, così Bandierine sarà meno curata come rubrica a sé, per assumere un maggiore dinamismo in Digizine. Quest'ultima rinuncerà a parte della sua snellezza per soddisfare tutti quelli che preferiscono un aggiornamento più "completo". Si attendono, naturalmente, riscontri o smentite. Da questo numero la forma sarà meno curata e mi scuso fin d'ora di refusi e orrori vari, ma scrivere in rete ha dei tempi che vanno rispettati a dispetto delle scarse risorse su cui il più delle volte si può contare. Nonostante questo, non sono pochissime le Segnalazioni dalla rete che vi propongo in questo numero. Il primo pensierino rimane dedicato alla disonvolta politica dell'azienda telefonica italiana che occupa la storia di copertina. Ricordate comunque che molto materiale si trova in tutte le altre pagine che vado subito a presentare. Buona lettura e ancora grazie della vostra attenzione.
Novità di casa
Il figlio minore di Arcipelaghi e Sesto Potere OnLine
Da questo numero Digizine assume una forma più tradizionale di rivista elettronica in relazione ad alcuni cambiamenti nell'organizzazione di Sestante. A partire dal mese di marzo sono presenti in rete due siti che ne continuano la tradizione. Isole è l'editoriale di Arcipelaghi. Viene curato dal sottoscritto, che ne è anche tendenzialmente autore. Isole si differenzia da Arcipelaghi anche per il fatto di contenere interventi più agili e pertanto più frequentemente rinnovabili. Sul sito originario continuerete a trovare i materiali già pubblicati, quelli più pregnanti e le operazioni di più ampio respiro, i servizi speciali (microfilm, multimedia...). Potrà insomma essere utilizzato come un reparto di consultazione e o una sala lettura di biblioteca. Sestante inoltre per il momento è in attesa di una più corposa riorganizzazione, tanto promessa quanto impedita dagli impegni dei curatori, testimoniati proprio da questi aggiornamenti. Quindi da Isole potrete accedere agli editoriali, gli interventi , i fatti del momento e le segnalazioni che con cadenza approssivamente mensile troveranno posto nelle pagine di Arianna (news di Psyche), L'ingranaggio e le reti (news di Gearing), Episteme (news della rubrica omonima di Sestante). Assieme a queste rubriche troverete anche la pagina aggiornata di Digizine, che ha da ora finalmente una sua versione "navigabile" (anche se continuiamo a credere soprattutto al valore dell'edizione postale). Il fatto più importante per i lettori e per quanti si iscrivono di poter contare, attraverso WWW, su un Archivio degli Editoriali contenente tutti gli arretrati della Ezine. Dalla Home Page di Digitalia ora si può fare richiesta di iscrizione tramite un apposito modulo (ma se qualcosa non dovesse funzionare a dovere contate sempre sulla Email di chi scrive). Come potete immaginare lo sviluppo di Isole non sarà affatto né puntuale né uniforme e per ora, visto che ho appena iniziato, troverete ancora diverse pagine vuote o in allestimento. Conto tuttavia di colmare i vuoti entro la fine del mese. L'altra grande operazione che costituisce la seconda novità è il sito di Sesto Potere OnLine. Dal sodalizio con Vittorio Pasteris e Salvatore Romagnolo sta per uscire un volume intitolato "Sesto Potere", dedicato ai cambiamenti che i nuovi media stanno introducendo nel settore dell'apprendimento, dell'informazione e del marketing. L'occasione offre l'opportunità per avviare e pubblicizzare una rivista elettronica specialistica "on-line", che forse senza il libro sarebbe rimasta nell'ombra. Vi invitiamo all'innaugurazione del sito (comunque già pienamente funzionante), che nelle intenzioni si vorrebbe in diretta, e che sarà annunciata dalla Home Page o inviata in stretto giro di posta agli iscritti al forum.
Da questo numero Digizine assume una forma più tradizionale di rivista elettronica in relazione ad alcuni cambiamenti nell'organizzazione di Sestante. A partire dal mese di marzo sono presenti in rete due siti che ne continuano la tradizione.
Isole è l'editoriale di Arcipelaghi. Viene curato dal sottoscritto, che ne è anche tendenzialmente autore. Isole si differenzia da Arcipelaghi anche per il fatto di contenere interventi più agili e pertanto più frequentemente rinnovabili. Sul sito originario continuerete a trovare i materiali già pubblicati, quelli più pregnanti e le operazioni di più ampio respiro, i servizi speciali (microfilm, multimedia...). Potrà insomma essere utilizzato come un reparto di consultazione e o una sala lettura di biblioteca. Sestante inoltre per il momento è in attesa di una più corposa riorganizzazione, tanto promessa quanto impedita dagli impegni dei curatori, testimoniati proprio da questi aggiornamenti.
Quindi da Isole potrete accedere agli editoriali, gli interventi , i fatti del momento e le segnalazioni che con cadenza approssivamente mensile troveranno posto nelle pagine di Arianna (news di Psyche), L'ingranaggio e le reti (news di Gearing), Episteme (news della rubrica omonima di Sestante). Assieme a queste rubriche troverete anche la pagina aggiornata di Digizine, che ha da ora finalmente una sua versione "navigabile" (anche se continuiamo a credere soprattutto al valore dell'edizione postale). Il fatto più importante per i lettori e per quanti si iscrivono di poter contare, attraverso WWW, su un Archivio degli Editoriali contenente tutti gli arretrati della Ezine. Dalla Home Page di Digitalia ora si può fare richiesta di iscrizione tramite un apposito modulo (ma se qualcosa non dovesse funzionare a dovere contate sempre sulla Email di chi scrive). Come potete immaginare lo sviluppo di Isole non sarà affatto né puntuale né uniforme e per ora, visto che ho appena iniziato, troverete ancora diverse pagine vuote o in allestimento. Conto tuttavia di colmare i vuoti entro la fine del mese.
L'altra grande operazione che costituisce la seconda novità è il sito di Sesto Potere OnLine. Dal sodalizio con Vittorio Pasteris e Salvatore Romagnolo sta per uscire un volume intitolato "Sesto Potere", dedicato ai cambiamenti che i nuovi media stanno introducendo nel settore dell'apprendimento, dell'informazione e del marketing. L'occasione offre l'opportunità per avviare e pubblicizzare una rivista elettronica specialistica "on-line", che forse senza il libro sarebbe rimasta nell'ombra. Vi invitiamo all'innaugurazione del sito (comunque già pienamente funzionante), che nelle intenzioni si vorrebbe in diretta, e che sarà annunciata dalla Home Page o inviata in stretto giro di posta agli iscritti al forum.
Segnalazioni dalla rete
Telecom Italia: Sconti di fine stagione (Cover Story)
Entro il 2000 il ministro Chirac promette che tutte le scuole francesi avranno un accesso ad Internet utilizzabile da ogni singolo scolaro e studente. Sempre più frequenti sono le indicazioni che ci vorrebbero far pensare che anche in Italia si pensa alle telecomunicazioni e ad Internet. Si dice che anche nelle nostre scuole si approderà ad un utilizzo diffuso e distribuito delle nuove tecnologie. Il Ministro del Lavoro si dice preoccupato per il futuro del comparto informatico nel nostro paese, ritenendo a ragione strategica la questione per lo sviluppo industriale e per stare in quell'Europa per la quale stiamo pagando tasse altissime. Ma, mentre altri paesi europei (non parliamo degli USA) stanno pensando a come dare degli accessi familiari gratuiti ad Internet e come favorire un piano di comunicazioni d'impresa, dalle nostre parti dobbiamo assistere alle continue provocazioni in materia, da parte di una Telecom forte dell'appoggio della Commissione Antitrust. Dopo aver fagocitato Video On Line, il monopolista telefonico se l'è cavata con una promessa di buone intenzioni, fatta alla corte di Amato, che avrebbe tutelato la qualità della microcompetizione dei Provider e l'autonomia imprenditoriale e di servizio di Video On Line. Il risultato è stato la nascita di Telecom Italia Net. TIN accorpa le due etichette, Telecom On Line e Video On Line, in una proposta di servizi a tassametro: una specie di seconda TUT (tariffa urbana a tempo). Se considerate eccessivo passare dalle attuali 260 mila lire alle successive 470 mila per godere di un accesso flat, vale a dire senza limiti di tempo, potete infatti fruire della formula plafond che con 180 mila lire vi consentirà di acquistare 100 ore di collegamento, due caselle postali e 500 Kb per farsi la propria Home Page (circa la metà di quanto offre gratuitamente Geocities. Ancora una volta, insomma, Telecom vende servizi a peso, come se dovesse far pagare consumi invece di infrastrutture. Non offre un "servizio di comunicazione", ma ore di allacciamento. Se poi volete usare la fibra ottica (venendo, fra l'altro, così incontro agli interessi della Telecom stessa) allacciandovi in ISDN, oltre ai costi che vi sobbarcherete per la strumentazione necessaria e il contratto telefonico, vi toccherà acquistare ore più costose: dalle quasi 400 mila lire per 120 ore, alle 720 mila per 240 ore. Dulcis in fundo, per mostrare quanto sia aperta allo sviluppo tecnologico e culturale nazionale, Telecom ha pensato anche ad offrire degli sconti per l'accesso ad Internet da "qualsiasi" fornitore. Se il vostro provider avrà voglia e tempo per provvedere a preparare tutti gli incartamenti richiesti dall'azienda telefonica per certificare che avete un vostro account, forse, se la vostra zona è attrezzata, se le certificazioni non devono essere rifatte troppe volte, e così via, ripeto forse, in un tempo sicuramente non certo veloce, potrete beneficiare di una riduzione del 50% del consumo telefonico (probabilmente nelle fasce serali). L'Associazione Italiana Internet Provider si è pronunciata manifestando una quasi ovvia perplessità, mentre si moltiplicano a dismisura i casi di provider serviti da Telecom pesantemente penalizzati come Znort, il cui BBS dovette interrompere il servizio per quattro mesi, TCStore che narra le sue vicende a Punto Informatico, e lo stesso fa IPSnet a cui fa eco il cliente Iphone da questo danneggiato. Le proteste nel nostro paese aono ancora lontane da produrre conseguenze come quelle che in USA hanno costretto al rimborso danni fornitori come AOL e solo la concorrenza reale sulla rete alternativa potrà cambiare questo stato di cose. Dall'ENEL privatizzata, Franco Tatò e Chicco Testa continuano a ricordare che questa rete già c'è e sottolineano anche che non necessariamente deve restare in possesso dell'Azienda elettrica nazionale, che può invece essere gestita da una Società composta da soggetti i più vari, ma che sarebbe comunque un delitto per l'economia e lo sviluppo nazionale se non venisse utilizzata. Le parti del governo sensibili alle influenze di Amato, da una parte, e Bertinotti, dall'altra, hanno di fatto finora impedito la riuscita di questa operazione. Solo la Commissione comunitaria che è in questi giorni riunita a Bonn per definire gli scenari del mercato delle comunicazioni in Europa, nel puntualizzare alleanze come quella fra Infostrada (Olivetti) e France Telecom ed ENEL e Deutche Telecom, lascia aperte cospicue speranze al consumatore italiano. La strada per le condizioni di mercato statunitensi è comunque ancora lunga e lastricata di vetri e buone intenzioni.
Chi ha paura del Millenium Bug?
In mezzo all'incedere sempre più vorticoso degli upgrade hardware e software, nessuno sembra preoccuparsi dell'ormai prossimo scadere di millennio. Per quella data, infatti, molti degli archivi, dalle aziende ai servizi al pubblico, avrà serie difficoltà a distinguere il 2001 dal 1901. Ha ragione chi non si preoccupa o chi paventa una grave recessione causata dalle lentezze e dalle complicazioni di elaborazione, come il ministro britannico della Scienza e Tecnologia, Taylor, che avvisa le società di telecomunicazione europee del rischio. La prima grave conseguenza ipotizzabile sono grandi complicazioni nel dialogo fra sistemi informativi governativi e aziendali, oltre che amministrativi, e dei servizi al cittadino. Al momento pare che ad essere sensibili alla questione in Inghilterra siano soprattutto banche e assicurazioni. Per il resto delle imprese il ministro suggerisce di intervenire con vaste operazioni di sensibilizzazione. In Italia chi sensibilizzerà il ministro? Chi convincerà le imprese (banche e assicurazioni comprese) che non è molto saggio rubricare anche questa voce nel "libro dei tagli ai "servizi".
Demoscopea di rete
Ecco alcuni brevissimi dati forniti da Nielsen (società nota per la larghezza delle maniche) in materia di popolazione connessa ad Internet. Nell'ultimo anno e mezzo l'utenza nord americana si sarebbe raddoppiata, fino a raggiungere i 50,6 milioni, grazie anche all'apporto femminile cresciuto al 42%. La rete sarebbe usata per gli acquisti solo nel 15% dei casi, mentre avrebbe sottratto circa un milione di spettatori alla televisione.
PushMania
Ci sono fenomeni che per settimane, mesi, anni... continuano ad abitare questo mondo senza che nessuno se ne accorga. Improvvisamente, poi, esplodono e, come una ola si diffondono febbrilmente ai quattro angoli dell'universo. È il caso, questo, della cosidetta tecnologia push che tenta di far sempre più somigliare Internet ad una meta-rete televisiva. Dal fronte morale a quello giudiziario, a quello economico, a quello tecnico, fino alle grandi compagnie di telecomunicazione, sono sempre più le parti che tentano di spazzare via l'organizzazione di Internet. Il motivo essenziale è il suo pesante potenziale aggressivo nei confronti dei fondamenti consumistici su cui basiamo il senso stesso della nostra esistenza. Ecco dunque che il push infervora i cuori di troppi farisei delle comunità virtuali. È il caso, ad esempio, di Wired, la patinata rivista dei post-yuppies californiani, che intitola così la sua copertina di marzo:
"Interrompiamo questa rivista per un comunicato urgente - PUSH- Dai l'addio al tuo browser: Il futuro radicale di media oltre il Web. Ricordi la guerra dei browser fra Netscape e Microsoft? Beh, dimenticatela! Il Web browser stesso sta scricchiolando. Al suo posto..."
Ecco dunque che quasi tutte le riviste italiane dell'ultima ora stanno versando fiumi d'inchiostro sull'argomento. Persino il "bollettino informatico" PCWeek sta occupandosi prevalentemente di rete, e delle sei paginone che dedica alla manifestazione statunitense, Internet World, ben 4 hanno per protagonista gli sviluppi del push. Da questa rassegna, due novità meritano di essere evidenziate. Da un lato la "magia bianca" del "push alternativo" di Interest!Alert, subito accalappiato dal provider di contenuti Clarinet, che, con buona flessibilità, dato il profilo che il cliente traccia di se, consente di recapitargli con discrezione gli aggiornamenti che possono interessarlo via E-mail. Dall'altro abbiamo a che fare con il "lato oscuro della forza", rappresentato da Intelliserv di Verity (!!!), adocchiato subito da Microsoft (!!!!!). Dal momento in cui si entra in contatto con questo motore tramite un normale browser questo si occupa di rintracciare, scovare e confezionare le informazioni prescelte, non perdendo di vista alcuno degli eventuali spostamenti. Probabilmente dei loro e dei vostri. L'uso e l'abuso dei cookies a questo proposito rischia di giocare la parte del leone. Se doveste infatti disattivare, senza troppe garanzie, l'opprtunità dei siti di schedare la vostra vita telematica, soprattutto commerciale, oggi ormai non potreste andare da nessuna parte e meno che mai nei siti push. Ma di questo si parla sempre troppo poco. I biscottini cookies sono come quei prodotti che appena sfornati sono venduti per dietetici e salutari, salvo scoprire con gli anni, quando è troppo tardi, che quello che faceva dimagrire era cancerogeno. Una breve rassegna dello stato dell'arte la potete trovare nelle pagine di SestoPotere dedicate all'apprendimento.
Ecco dunque che quasi tutte le riviste italiane dell'ultima ora stanno versando fiumi d'inchiostro sull'argomento. Persino il "bollettino informatico" PCWeek sta occupandosi prevalentemente di rete, e delle sei paginone che dedica alla manifestazione statunitense, Internet World, ben 4 hanno per protagonista gli sviluppi del push. Da questa rassegna, due novità meritano di essere evidenziate. Da un lato la "magia bianca" del "push alternativo" di Interest!Alert, subito accalappiato dal provider di contenuti Clarinet, che, con buona flessibilità, dato il profilo che il cliente traccia di se, consente di recapitargli con discrezione gli aggiornamenti che possono interessarlo via E-mail. Dall'altro abbiamo a che fare con il "lato oscuro della forza", rappresentato da Intelliserv di Verity (!!!), adocchiato subito da Microsoft (!!!!!). Dal momento in cui si entra in contatto con questo motore tramite un normale browser questo si occupa di rintracciare, scovare e confezionare le informazioni prescelte, non perdendo di vista alcuno degli eventuali spostamenti. Probabilmente dei loro e dei vostri. L'uso e l'abuso dei cookies a questo proposito rischia di giocare la parte del leone. Se doveste infatti disattivare, senza troppe garanzie, l'opprtunità dei siti di schedare la vostra vita telematica, soprattutto commerciale, oggi ormai non potreste andare da nessuna parte e meno che mai nei siti push. Ma di questo si parla sempre troppo poco. I biscottini cookies sono come quei prodotti che appena sfornati sono venduti per dietetici e salutari, salvo scoprire con gli anni, quando è troppo tardi, che quello che faceva dimagrire era cancerogeno.
Una breve rassegna dello stato dell'arte la potete trovare nelle pagine di SestoPotere dedicate all'apprendimento.
Non sempre la globalizzazione paga
In tutto il fervore per la dimensione internazionale che la rete assume, c'è anche chi va contro tendenza. Da molte parti ci si lamenta che il World Wide Web non paga, in generale, e i servizi di informazione e cultura in particolare. Chi si collega ad Internet ha per natura un orientamento globalista e poliglotta. Non è vero per gli Austriaci i cui giornali locali on line sono spesso più frequentati dai cittadini di quel paese di quanto non lo siano i siti giornalistici americani. Il fenomeno ha una rilevanza tale da funzionare anche economicamente. Gli austriaci pagano l'abbonamento e permettono la buona salute a Ezine locali, in grado di fornire loro informazioni utili alla vita di tutti i giorni, come previsioni del tempo, manifestazioni o spettacoli che coinvolgono la provincia, ancor più della nazione. Probabilmente, con buona pace di Negroponte, proprio questa potrebbe essere la dimensione giusta per l'accesso in rete di europei poco interessati alla possibilità di ordinare la pizza a Brooklin. Potrebbe essere anche uno sprone ai fornitori di connessioni e di contenuti che occupano troppe energie a guardare oltre l'oceano, a rivolgersi alle persone reali che hanno attorno. Perché, prima che a livello globale, la vita bisogna organizzarsela a dimensione condominiale.
Rete che vai, costumi che trovi
Se qualcuno pensava che la rete fosse cosa per anime pure, da troppo tempo è stato costretto a ricredersi. A questo proposito non smetteremo di far osservare come fra la pedofilia e la promiscuità e la volgarità che, in nome di una sorta di irridente emancipazione, prorompe dagli schermi televisivi e dalle edicole a colpi di "gratta e guarda", esiste un filo di continuità. Non è in rete che si trova la gran mole di pornografia, ma soprattutto nei negozi specializzati e nelle edicole. Se ce la si prende con la rete accusandola di pornografia per conservare è solo per proteggere riviste o canali televisivi sempre più volgari. Ma la rete non sta ad aspettare ed ecco che, in un Italia così povera di cultura e di cultura telematica in particolare, c'è chi ti fa il palinsesto televisivo personalizzato (ma con JavaScript) e c'è chi è invidioso di "basetta sul nulla che puzza", che dopo i programmi notturni in RAI e Rete4, è passato agli onori della prima serata di Italia 1. Hard Core nei postriboli domestici perbenisti si pronuncia gossip. A dirlo così sembra cosa dotta, e fa dandy, invece è solo triste basso costume. Gli appassionati del genere però non si contano e come il prete Moretti in "La messa è finita" non possiamo che riscontrare con tristezza la mancanza di peccati mortali fra i parrocchiani a fronte di una trabordante cornucopia di peccati veniali. Ora, dall'inginocchiatoio questi si trasferiscono alla rete. È nato infatti, e non manca di pubblicizzarsi chiassosamente "il primo settimanale italiano di gossip" on line. Volete sapere a chi faranno pubblicità le più gigantesche poppe d'Italia? Oppure volete percorrere nei dettagli la vita e la carriera, fin nei più recessi orfizi della Parietti? Navigate subito su Buzz.Net. Attenti al mal di mare: il tono dello schermo ispira.
Strazii&Suicidi
No, no, noooo... BASTA! Basta con la disinformazione garantita. Ci stanno prendendo tutti per stupidi. E il bello è che c'è chi si adegua. Io no. Non ci sto a metterla in forma seria, a discuterne, ad analizzare. Il fatto è che basta che ci sia un computer che gli organi di informazione ci propinano Internet per sentito dire. C'è il brigadiere che simula la chat con le minorenni per fare vedere quello che succederebbe a tua figlia se le comprassi il computer e c'è quello che si fa aiutare dal vicino per scoprire se due ragazze sono state rapite da Internet. Ma il vero orrore, per cui le barzellette non avrebbero abbastanza fantasia, è il cronista che, sentite le parole "computer" lancia l'allarme. I direttori dei giornali fanno eco perché così la notizia rende comunque. Non fosse altro per la cattiva pubblicità che si può fare al peggiore concorrente del momento. Ma ecco che una trentina di giovani appartenenti ad una delle tante sette che si ispirano alla nuova era che si occupavano di informatica si suicidano sul "posto di lavoro" per raggiungere -sembra- la coda di una cometa, che la stampa mondiale dà il peggio di sé. Il TG2 apre con la notizia di giovani suicidi in un' "orgia telematica"; "morti per il computer"; "uccisi da Internet". In un paese dove la delinquenza e la mortalità giovanile sono seconde solo all'anomia diffusa e alla mancanza di valori, di obiettivi e di ideali, non si farebbe assolutamente caso al fenomeno se si fosse trattato di una rapina, una folle impresa sportiva o la conseguenza di un'intossicazione da Extasy (causa dell'interminabile strage dei week end anche da noi). Avremmo già dimenticato tutto se questi signori non avessero avuto un sito Internet, se sul luogo ognuno non avesse avuto un suo computer su cui lavorare e se non ci fosse di mezzo una delle tante forme di critica, per quanto discutibile, del sistema che è l'ideologia New Wave (i cui contorni sono peraltro talmente sfumati da non consentire identificazione alcuna). Così non è stato. E allora ecco il grottesco. L'antropologo che parla del fatto come un sintomo di fallimento della New Age, quando una tale determinazione potrebbe solo far temere una sorta di apoteosi del fenomeno. E soprattutto assistiamo al fenomeno della diffusione di titoli privi di corrispondenza nella descrizione dei fatti. Ho letto e ho ascoltato a lungo le notizie, ma non ho trovato nulla che desse ragione ai titoli. Neppure l'ipotesi di un reclutamento dalla rete avrebbe senso, perché chiunque sa che il rapporto diretto è il primo e vero strumento usato dalle sette per creare proseliti. Senza il rapporto diretto il carisma del santone non potrebbe dispiegarsi e il programma misticheggiante rimarrebbe anonimo, per nulla diverso da quello di qualsiasi mass media. Ecco ancora che una quarantina di ragazza sarebbero state circuite e sedotte con messaggi subliminali provenienti dal browser. Lo vedete il fallo meccanico che esce dal monitor? Fino a ieri e ancora oggi, il migliore veicolo per questi addescamenti era costituito dagli annunci economici sul mercatino dell'usato e raramente se ne faceva un caso (presentatori superdotati a parte). Oggi c'è il computer. E soprattutto c'è Internet. Ma ancora di più c'è la delega dell'informazione agli ignoranti e agli imbonitori di massa. Il vero scandalo non è Internet ma l'establishment dell'informazione-spettacolo. Parlarci su fa comunque glamour. Così personaggi dell'industria dell'enterteinment colgono l'opportunità per fare un giro in passerella. È il caso di Michael Cricton. Lo scrittore, forte di una formazione scientifico-tecnica, ha dedicato ai mezzi informatici buona parte dei suoi lavori. Ricordate com'era organizzato Jurassic Parc? In quel caso di tecnocentrismo era l'operatore il movente e la teoria del caos la spiegazione. L' "orgia telematica" di Rivelazioni è fonte di salvezza rispetto all'umano, troppo umano squallore relazionale su cui si centra la storia. Il primo lavoro di Cricton era proprio un saggio, per l'epoca ben fatto, sul rapporto con gli strumenti informatici. Oggi il nostro luminare sancisce che è l'orco terribile "Internet ruba l'anima". Si pente sull'arena aspirando ad un seggio nelle tribune del circo. Perora un'informazione che, senza voci come la sua, si svuoterebbe del fondamento. Per un tozzo di pane diventa anche lui un circense. Che rimane da aggiungere se non il timore di una nuova inquisizione, di una caccia alle streghe telematiche. Il caso Internet sta portando alla luce il fatto che tutti viviamo immersi in una nuova forma di totalitarismo, quello dei media. Per un'informazione sporca, inesistente o falsa potrebbero riempire gli stadi come fece Pinochet con l'aiuto della CIA negli anni '70. Solo che in quel caso non sarebbe colpa di nessuno. Al più di un refuso di stampa, come la mosca che in "Brazil", cadendo sulla stampante, causò l'eliminazione di un cittadino qualsiasi. Più probabilmente, però, la colpa, anche in questo caso, sarebbe imputabile al computer e ad Internet.
Spizzichi e bocconi
In tutte le librerie troverete l'ultimo libro di Shelly Turkle, La vita nello schermo, edito da Apogeo. Dalla parvenza di libro culto, si tratta in realtà di un saggio abbastanza impegnativo in cui l'autrice, psicologa sociologa pragmatica anche se di formazione lacaniana, forte di una lunga esperienza sul campo, si interroga su un tema a lei caro, quello dei sé multipli. È forse il primo libro rigoroso sul rapporto fra personalità e schemi cognitivi e mezzi informatici in cui faccia da protagonista la rete e in particolare i giovani che partecipano ai giochi di ruolo telematici (MUD). La storia dell'uomo si fonda sul caso. Le strategie e le politiche hanno avuto in alcuni casi un grosso peso nel suo evolvere. Un peso per nulla inferiore sembrano averlo avuto i malintesi.Con questo titolo torna in libreria Franco LaCecla, autore a suo tempo, quando faceva il ricercatore in scienze di comunicazione, di un libro più attuale oggi di quando uscì, dedicato allo spazio mentale e al localismo. Chi ha fortuna potrà ancora trovarlo in qualche bancarella o presso un remainder's book cercando il titolo Perdersi fra i saggi tascabili Laterza, lo stesso editore che pubblica il suo ultimo sforzo. Il Teatro Massimo di Palermo va a riaprire i battenti. Per l'occasione è stato messo a punto un sito di ottima qualità, sia per l'estetica sobria e di gusto, che per i contenuti: uno spaccato della vita musicale e culturale, non solo siciliana e non solo del nostro paese. Vi è già capitato di lavorare in rete aprendo un vostro Web Server, ma vi siete scontrati con gli altissimi costi di funzionamento? Per portare avanti un'attività commerciale il più delle volte è indispensabile avere il sito a casa propria. Se questo fino a ieri vi sembrava proibitivo, grazie ad un servizio avviato in Italia da Essai, le cose non stanno più così. Grazie alle peculiarità del sistema ISDN, le chiamate indirizzate al vostro indirizzo (DNS) saranno intercettate dal provider e girate sul vostro computer di casa al costo (oltre a quelli di Essai) di una chiamata telefonica. Se questa soluzione dovesse prendere piede si potrebbero aprire ulteriori nuove prospettive per il telelavoro imprenditoriale. Vi eravate abituati ai domini tradizionali e credevate di sapere tutto sui .com, .it, .net e di non avere più nulla da imparare? Ebbene dovete abituarvi ad altre sette sigle. I siti oggi potranno avere nuove estensioni, fra le quali, .arts per i gruppi culturali,.store per le aziende che vendono oggetti,.info per i servizi di informazione,.nom per le singole persone,.firm per le grandi aziende,.web per chi ha tratta di Internet,.rec per il tempo libero e l'intrattenimento. In questo modo, chi credeva di non potere scegliere il nome prediletto per il suo URL, oggi ha nuove speranze. Se il .com era pieno, potrà chiedere un .web, che per ora sarà abbastanza libero, o un .arts che lo rimarrà ancora per molto. Vi è già capitato di andare ad un indirizzo Internet e scoprire che quello è stato venduto? Avete risolto tutto dicendo che non capite l'inglese. Rassicuratevi. Il fatto è che, proprio come un negozio ben avviato, anche i siti possono essere venduti per reclutare clienti fedeli. Cominciano infatti ad esistere agenzie di compravendita di domini. Se il Web da voi prodotto funziona bene, è di richiamo, ma non vi fa sbarcare il lunario, non dannatevi a cercare troppi sponsor. Presto potreste ricavare di più nel vendere l'indirizzo a qualche azienda che beneficierebbe così, senza dovervi scritturare, di un pubblico già consolidato.
Lingue Europee
Con piacere (e ritardo) ospitiamo la segnalazione di Massimiliano Gaudio:
Euroweb 97 e' un'iniziativa volta a incrementare la diffusione su internet delle lingue europee diverse dall'inglese e si propone due obiettivi:
In particolare ho realizzato un nuovo editor, completamente in italiano, che permette di creare delle pagine web con sofisticate animazioni, senza conoscere l'HTML. Inoltre si sta lavorando per offrire numerosi servizi linguistici gratuiti.
Ultima pagina
Si chiude alla chetichella quest'ultimo Digizine. Conto sempre sui vostri eventuali commenti e contriubuti. Per aggiornamenti più puntuali spero di ritrovarvi nelle nostre pagine Web. La versione per Email raccoglierà in modo incrementale gli le ultime uscite del Web e pertanto fungerà più o meno da Digest. Spero che la chiusura delle fasi di progettazione rendano più puntuale l'invio di questa Ezine, della pazienza con cui continuate ad essere suoi lettori vi continuo a ringraziare. Sempre vostro, Ennio Martignago
Si chiude alla chetichella quest'ultimo Digizine. Conto sempre sui vostri eventuali commenti e contriubuti. Per aggiornamenti più puntuali spero di ritrovarvi nelle nostre pagine Web. La versione per Email raccoglierà in modo incrementale gli le ultime uscite del Web e pertanto fungerà più o meno da Digest. Spero che la chiusura delle fasi di progettazione rendano più puntuale l'invio di questa Ezine, della pazienza con cui continuate ad essere suoi lettori vi continuo a ringraziare.
Sempre vostro, Ennio Martignago
Questa pagina e' stata visitata volte.
Scelta: Informazioni Digizine Iscrizione Digizine Cancellazione Digizine